Un forte segno espressionista nell'opera dell'artista algerino,
una ricerca tematica sull'uomo che affronta il travaglio dell'esistenza
e una riflessione sul trascorrere del tempo attraverso ricordi
divenuti indelebili.
Karim Daoudi, nato in Algeria nel 1954, vive da oltre venti anni
a Firenze. La sua formazione artistica risente della cultura francese,
ma è altresì una stratificazione di esperienze ed
emozioni che avverte come uno spessore lasciato dal tempo e che
traspare nella matericità della sua pittura.
“Dopo una formazione all'Accademia di Belle Arti di Algeri
conclusasi nel 1976, che in quel periodo aveva una stretta affinità
con le Accademie Francesi, sia per l'insegnamento delle discipline
che come approccio alla linea di condotta, ho proseguito ed approfondito
il mio interesse per la pittura contemporanea con annuali soggiorni
a Parigi, fonte inesauribile di ispirazione e di documentazione.
Credo che sia importante questa precisazione perché, dopo
la prima fondamentale visita nella capitale francese, ho potuto
palesare da vicino e con attenzione, attraverso i tanti musei
e le numerose gallerie, la vastità delle tendenze pittoriche
ed espressioni artistiche. Attraverso questo rito annuale che
fino ad oggi continua, anche per il legame storico culturale che
mi lega alla Francia, e senza tralasciare il profondo arricchimento
che mi viene dall'osservazione delle opere dei grandi maestri
del Rinascimento che da venti anni, da quando vivo a Firenze,
sono fonte di suggestioni ed emozioni, il mio spirito ha accumulato
una quantità di stimoli, immagini, situazioni, colori ed
atmosfere che si sono sedimentate fino a creare uno… spessore
nel tempo.
Appropriarsi del proprio passato, in aggiunta alle tante peripezie
personali della vita, fornisce una fonte di ispirazione continua,
che è diventata poi la base del mio linguaggio espressivo.
Nel corso degli anni, questa riflessione non ha fatto che accrescere
la consapevolezza di riconoscermi una affinità con i pittori
espressionisti, malgrado tutti gli ostruzionismi che sempre questi
hanno incontrato, sia per una corrispondenza di gusto che di sentire.
Al di fuori di tutte le tendenze, ispirazioni o concetti, la mia
pittura è una scelta di libertà totale nel gesto
e nella forma, cercando di raggiungere attraverso la materia quella
profondità di sentimenti e di emozioni che hanno ispirato
questa serie di lavori.
Tutto questo mio ultimo lavoro è, in effetti, una ricerca
sul tempo, sul trascorrere del tempo ed in particolare basandomi
su quei ricordi che sono ormai divenuti indelebili.
Vorrei ancora aggiungere alcune precisazioni sul dramma che ha
vissuto l'Algeria negli anni '90 e che ho voluto rappresentare
in una serie di lavori. Il mio approccio non è niente di
più che una ‘testimonianza' poiché sarebbe
derisibile da parte mia rappresentare la giusta e intensa sofferenza
di chi ha vissuto realmente da vicino questa tragedia. Sotto la
forma pittorica, non volendo cercare un aspetto o un modo estetico-rappresentativo,
volevo che fosse una realtà cruda come l'ho immaginata,
con tutte le sue imperfezioni, una pagina nera nella storia algerina.
(K. Daoudi)
La mostra, composta di opere di pittura, ventidue tele, e una
serie di incisioni monotipi, viene integrata con la proiezione
di 60 diapositive che raggruppano le diverse tematiche espresse
dall'artista attraverso la sua opera grafica.
La mostra, composta di opere di pittura, ventidue tele, e una
serie di incisioni monotipi, viene integrata con la proiezione
di 60 diapositive che raggruppano le diverse tematiche espresse
dall'artista attraverso la sua opera grafica.
Inaugurazione Sabato 28 febbraio alle ore 17, alla galleria FYR
in Borgo degli Albizi 23, della mostra personale di KARIM DAOUDI