Leonardo
Maniscalchi, grande interprete della comunicazione fotografica
internazionale, ritorna nel cuore di Firenze, in Borgo
degli Albizi, proprio nella stessa strada del centro
storico in cui aprì il suo primo studio, per
festeggiare 30 anni di successi internazionali. Con
lesposizione dal titolo: Sacro Umano Corpo,
presentata dal critico darte Umberto Putzu, esordiscono
in anteprima assoluta alla Galleria FYR arte contemporanea
le sue ultime straordinarie elaborazioni fotografiche.
In questa
mostra, già molto attesa come sottolinea Umberto
Putzu, Leonardo Maniscalchi mette al centro luomo,
inteso come umanità, corporeità, sacralità.
Lottica dellesposizione è lirripetibile
sacralità delluomo, proprio nellera
della tecnologia che tende a fare delluomo stesso
un semplice ingranaggio sostituibile del sistema. Per
questo Sacro Umano Corpo è una forte
testimonianza della complessità della nostra
epoca, al di là di forzature e contrapposizioni,
tra bianco e nero, bene e male, mente e corpo
troppo spesso alimentate oggi anche dai media. Lo stesso
titolo rivela un carattere essenziale, quanto emblematico
e concettuale, per un nuovo paradigma di immagini, dove
i corpi irrompono nelle chiese con lardore del
mistero, acceso da continue sovrapposizioni temporali.
E nelle immagini affiora luomo nelle sue più
avvincenti e inaspettate sfumature, codice di segni,
colori, gesti
ancora da svelare.
Sacro
Umano Corpo indica anche lo sviluppo della prestigiosa
carriera di Leonardo Maniscalchi che molti ricordano
anche per le sue molteplici copertine, da segnalare
in particolare i 50 anni della Repubblica
sullEspresso nel 1996 e per la caduta del
muro di Berlino su Panorama. Nel trentennio della
sua attività ricordiamo che molte sue rassegne
sono state patrocinate da Istituti di Cultura, Musei
e gallerie: dagli esordi con la mostra Capo dopera
di Achille Bonito Oliva nel 1982 fino a personali che
spaziano da Milano a Daytona Beach, Barcellona, Valencia,
Madrid, Bratislava, City Texas, Sofia, Nairobi, Budapest,
Los Angeles.
Leonardo Maniscalchi è anche magnifico ritrattista
di personaggi celebri, grazie alle continue frequentazioni
del mondo letterario, artistico, culturale tra cui è
doveroso annoverare: Guttuso, Moravia, Annigoni, Bay,
Chet Beker, Stan Gatz, Moschino, Krizia,Versace, Busi,
Dorfles, Donald Tramp, e tanti altri. E proprio Renato
Guttuso nel 1986 lo ha indirizzato e incoraggiato verso
la fotopittografia che vede il suo crescere come artista
concettuale, Un artista in continuum studium,
instancabile alchimista delle sue tecniche digitali
in un paradigma creativo che va dal MitoMetaCorpus
con il suo concettualismo romantico a tematiche che
spaziano tra le astrazioni figurative di Photofobiae
CosmosArt
Fondatore nel 1989 di Click up e ADFF
(Accademia di fotografia) a Firenze, le prime scuole
internazionali per fotografi di moda che hanno avuto
un grande riscontro internazionale e la partecipazione
di allievi da tutto il mondo. Tra i vari riconoscimenti
e premi di prestigio ricordiamo: La Pagina dOro
attribuita dalla rivista Arte e ambiente,
il DArtagnan ad Auch (France) e il
premio di artista fotografo dellanno a Nicosia.
Ha inoltre realizzato copertine e servizi editoriali
e pubblicità per importanti riviste: Vogue,
LEspresso, Panorama, Amica, Grazia, Goia, Max,
PhotoG(Cina), Select (Giappone), Photo, Zoom, Playboy
oltre che editoriali per note case stilistiche di moda
tra cui Armani, Krizia, Valentino, J.P. Gautier, Moschino;
Versace, Y.S.L., Fendi ecc.
Con Maniscalchi
entriamo in una nuova dimensione metafisica avvincente
e incisiva, con un codice di linguaggio intimo in chiave
di lettura poetica e universale fatto come lui stesso
suggerisce: Damore per la libertà
interiore.
Come sintetizzare
questa nuova esperienza espositiva di Leonardo Maniscalchi?
Per il critico darte Umberto Putzu: in questa
mostra la ricerca di Maniscalchi, definito uomo
della luce, attraversa lumano e il fascino
dei suoi interrogativi
per farci vivere un concerto
di scintillanze inaspettate, nel labirinto di possibili
nuove consapevolezze. Per darci la possibilità
di interpretare la nostra epoca, con lo stupore che
a volte sa offrirci larte. E larte ha bisogno
di luce damore.
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