Fino al 15 Luglio 2010

GAO YANG

Time’s Diary – Diari del Tempo


La mostra è stata presentata dal critico e storico dell’arte MAURIZIO VANNI

 

Opere di grandi dimensioni testimoniano l’attività artistica di Gao Yang, in cui amore e vita per l’arte, abilità tecnica e poetica personalissima si fondono in un’unità compositiva fatta di assemblaggi di vari materiali, sovrapposizioni di oggetti intrisi e circondati da generose masse di colore intenso, la cui forza emotiva diventa interpretazione di una storia, cronologia di momenti vissuti, in una parola il Diario che dà ragione del titolo.

Gao Yang, originario della Mongolia Interna, dopo aver frequentato in Cina l’Accademia di Belle Arti ed aver ricevuto premi dalla commissione accademica per la pittura ad olio, si avvicina all’esperienza artistica del Villaggio Orientale di Pechino dove inizia a sperimentare nuovi linguaggi stilistici. Insieme ad altri artisti del Villaggio Orientale, organizza nel 1995 la performance: “Come aggiungere un metro ad una montagna anonima”, le cui immagini verranno poi esposte alla Biennale di Venezia nel 1999 e diventeranno di fama mondiale.

Dal 1998 al 2001 Gao Yang vive e lavora in Italia, a Torino, dove approfondisce la sua formazione, entra in contatto con i movimenti artistici italiani contemporanei e produce numerose opere dove sono presenti caratteristiche di entrambi gli ambienti culturali, italiano e cinese.

Nel 2002 ritorna in Cina e si stabilisce a Song Zhuang, villaggio artistico di Pechino Est, luogo ideale in cui lavorare con intensità e totale dedizione ad una nuova ricerca stilistica. Il legame tra le due culture è evidente nei suoi lavori, Gao spinge sempre la sua ricerca in un continuo compromesso stilistico tra oriente e occidente.

L’opera di Gao Yang è raccolta in un prezioso ed esaustivo catalogo biografico dal titolo “Gao Yang’s art”, pubblicato dall’editore HK t&s Printing Ltd. nel marzo 2008, a cui si aggiungerà una pubblicazione, stampata in occasione della mostra alla Fyr arte contemporanea, con il testo critico di Maurizio Vanni, storico e critico d’arte.

La mostra, realizzata con il supporto di Beijing Jiapu International Cultural Develop, Ltd., ha il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura a Pechino e di numerosi istituzioni ed organizzazioni artistiche cinesi.

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Gao Yang: Il sangue del bisonte coraggioso e l’impatto sulla vita.

Se artista è colui che vive per l’arte, per la sua arte, Gao Yang rientra sicuramente in questa categoria. Non è il solo ovviamente, anzi, posso dire che ne conosco molti, e molti stanno a Firenze, città dove ho la fortuna di vivere fra un viaggio e l’altro. Ognuno affronta la propria arte con uno spirito diverso, chi in modo preciso e metodico, chi come esercizio fisico e mentale. Gao si pone all’arte con la forza del “sangue del bisonte coraggioso”. Questa espressione del poeta e critico d’arte Daozi, che ho trovato nel suo ultimo catalogo antologico, mi ha colpito ed esprime correttamente la caparbia ostinazione dell’artista nell’affrontare la “sua arte” quotidianamente.
Ogni giorno, ogni giorno, Gao deve procedere nel cammino che ha scelto e che lo assorbe totalmente. Ogni giorno deve lasciare impresso sulla tela il segno di come quel giorno egli è ‘cambiato’, cresciuto, maturato.
La forza di questo bisonte non è però nel gridare forte la rabbia, la protesta, il disagio, come spesso si riscontra nel lavoro di tanti artisti e tantomeno nel compiacersi della propria bravura. La sua forza sta nel volersi ostinatamente confrontare con se stesso: indagarsi, cercarsi, ritrovarsi adulto e poi mettersi in gioco, riscoprirsi bambino, ingenuo, dolce, a giocare con le “cose”, allineare oggetti, sceglierli con cura per la forma e il colore. E’ un gioco? Forse sì. Già fatto da altri? Ma i bambini giocano sempre allo stesso modo! Quando ha ripreso a giocare però, Gao era già un pittore di grande valore, che riceveva premi e riconoscimenti e stava per essere annoverato come un talento inconsueto. E’ qui però, e la storia dell’arte ce lo dimostra, che comincia a rivelarsi il “vero artista”.

Quando l’artista fa un passo indietro ecco che ritrova la sua libertà, la purezza ed inizia il vero dialogo con se stesso. Questo ha fatto Gao Yang nel passaggio dalla pittura più convenzionale alla serie di opere che egli chiama “mixed media”. Inizia un percorso più strettamente legato al quotidiano, alla memoria del suo tempo ed ogni giorno aggiunge un pezzo alla storia. Ma è solo sempre un confronto con se stesso, un bisogno di esplorarsi per procedere nella conoscenza di sé e recuperare quindi un sano spirito giocoso e incontaminato, capace però di testimoniarci un’epoca, di raccontarci chi siamo e porci qualche doverosa riflessione.

Rosanna Ossola
FYR arte contemporanea - director

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GAO YANG: TIME’S DIARY - DIARI DEL TEMPO

Una selezione di venticinque opere per illustrare la produzione pittorica recente di un artista prolifico ed energico. Tele dalle dimensioni abbondanti, risalenti tutte al periodo “mixed media” che rappresentano la tappa ultima di una evoluzione stilistica decennale approdata oggi ad una consapevole e originale realizzazione.
L’artista riassembla e riplasma materiali naturali e artificiali, oggetti e frammenti, rifiuti industriali e simboli della società, senza sosta incolla, contamina i tratti pittorici e questo modo di combinare il materiale con la trama cromatica porta i lavori verso la tridimensionalità, a volte tendendo verso l’installazione. Ogni opera propone una quantità quasi infinita di informazioni e un’attenta osservazione porta lentamente a scoprire i tanti piccoli particolari che compongono la trama complessa. Si ha una sensazione di trovarsi di fronte a paesaggi immaginari, ai non luoghi impregnati dell’odore del mare Mediterraneo o immersi nelle grandi dinastie cinesi del passato. Entrare in questo spazio fittizio è come vivere un’esperienza sensoriale e onirica in cui la traccia energica del colore e la tridimensionalità degli oggetti lasciano una sensazione di disorientamento e stupore insieme.

Gao Yang è un artista che ha consacrato tutta la sua esistenza all’arte e che nell’arte stessa trova la sua unica ragione di vita. Negli ultimi anni della sua vita il carattere è mutato drasticamente insieme allo stile delle opere, chiudendosi nell’intimità fra sé, la tela e il colore. E’ l’esperienza di un “bisonte coraggioso” che decide di tirarsi indietro rispetto alle contaminazioni dell’arte contemporanea cinese e di consacrarsi esclusivamente alla sua ispirazione personale. Il villaggio artistico di Song Zhuang, in cui Gao Yang risiede dal 2005, propone questo clima di tranquillità, immerso nel verde e nella pace della campagna, e anche se risulta essere una delle più promettenti e interessanti realtà artistiche della scena pechinese per la presenza di oltre tremila studi di artisti ed una ventina di musei e grandi spazi espositivi, permette all’artista di creare nella sua più totale libertà espressiva.
La mostra comprenderà anche alcuni inserimenti di opere risalenti alle fasi stilistiche precedenti, e che collocano storicamente Gao Yang nella complessa realtà dell’arte contemporanea cinese. Memorie delle performance e di importanti momenti artistici del passato che ci permettono di assaporare la sua instancabile energia creativa.


Organizzazione: FYR arte contemporanea e Beijing Jiapu International Cultural Develop, Ltd
Progetto: Rosanna Ossola e Yang Lihong
Coordinazione artistica: Ornella De Nigris
Traduzioni: Ornella De Nigris
Sponsor: Beijing Jiapu Int.
Curatore: Maurizio Vanni
Logistica: Savino Del Bene
Ufficio Stampa: ChC Adv

 
Galleria FYR _ Borgo Albizi, 23 _ Firenze _ tel: +39 055 2343351 _ orario visita:16:00 - 19:30 (chiuso luned́)